giovedì 10 ottobre 2013

Vajont

Tanto si parla del Vajont in questi giorni. Ma una cosa rimane tabù: come la morte colse la povera gente sotto la diga. Ne ha parlato Paolini nella sua grande opera sul Vajont. Quell'acqua che, come una bomba atomica biologica, spingendo con forza disumana l'aria davanti a sé, colonna alta 230 metri, tzunami mille volte più potente del più potente tsunami, la fa capace di strapparti e polverizzarti la pelle, le ossa, lo scheletro, le mucose, le vene, gli organi, il sangue, dissolvendoti, squarciandoti, cancellandoti, disperdendoti, non facendoti neanche ritornare polvere ma molecolarizzando tutti coloro che incontra sul suo forsennato cammino. Prima muori d'aria e dopo anche d'acqua. Questa fu la morte nella valle sotto la diga del Vajont; ma questa morte non te la dicono perché potrebbe generare una rabbia senza fine di cui i potenti hanno il terrore. Io avevo sette anni allora e facevo la seconda elementare. Da pochi giorni era iniziata la scuola ed uno dei bambini che avevo conosciuto in quell'inizio di scuola, simpatico e taciturno, Bordot faceva di cognome, ed era di lì, il giorno dopo la tragedia, che ricordo ci colpì tutti, sparì dalla scuola per qualche tempo: aveva parenti lì... non ricordo se poi tornò... forse si, ma simpatico e taciturno com'era, come tanta gente di montagna, si tenne tutto per sé...

domenica 28 luglio 2013

Perché bisogna rendere più facile la modifica della nostra Costituzione?

La battaglia sull'art. 138 della Costituzione va avanti. Perché il Governo Letta vuole modificare l'art. 138 della Costituzione? E cosa dice, cosa rappresenta l'art. 138 della nostra Costituzione?

Visto che nella rete non si trovano informazioni precise ed esaurienti sull'art. 138 e sulla battaglia per cambiarlo, proverò io a dare qualche risposta.

L'art. 138 è molto semplice e stabilisce le procedure di riforma della Costituzione.

Recita infatti così:

"Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione".

Pertanto le leggi di revisione della Costituzione e altre leggi costituzionali (che sono due tipologie legislative distinte) devono essere votate da ogni Camera due volte e fra una volta e l'altra devono passare tre mesi (come minimo). Alla seconda votazione devono passare con maggioranza assoluta (quindi se una camera è composta da 1000 eletti, la maggioranza deve essere 500 + 1). Sia le leggi di revisione che quelle costituzionali possono essere sottoposte a referendum popolare se entro i tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ne facciano domanda un quinto degli eletti di una Camera qualsiasi (quindi su una camera di 1000 votanti, almeno 200) e/o cinquecentomila elettori e/o cinque Consigli Regionali.

Ecco cosa dice l'art. 138 a questo proposito:

"Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali..."

Infine il referendum non può essere richiesto se - nella seconda votazione e (attenzione) in tutte e due le Camere - la maggioranza è equivalente a due terzi degli eletti (su 1000 eletti, 666 e rotti).

Ecco l'art. 138:

"Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti."

Cosa vuol fare il Governo Letta? Quali modifiche vuole apportare alla Costituzione? Le modifiche che vuole apportare il governo Letta sostanzialmente si conoscono poco. Si conosce però il processo che gestirà il cambiamento dell'art.138 che è la chiave per le modifiche costituzionali.
Come dice bene un articolo di di Cosimo Rossi | 30 maggio 2013 sul Fatto Quotidiano, il processo si compone di due passaggi. Il primo è il tipo legislativo della Legge Costituzionale (che l'art. 138 prevede) che da una parte modifica le procedure dell'art.138 (ad esempio abbassa la soglia dei tre mesi ad un mese) e dall'altra, prevede la creazione di una Commissione Bicamerale (formata secondo i criteri espressi nella stessa Legge Costituzionale). La Commissione Bicamerale così formatasi ed il Parlamento tutto, redigeranno le riforme costituzionali e cercheranno di approvarle secondo quelle nuove procedure con cui la Legge Costituzionale di cui si diceva sopra ha modificato l'art.138.

Ecco le parole di Cosimo Rossi:

"Si tratta di un percorso... in due passi: da una parte la legge costituzionale ai sensi dell’articolo 138 che ne modifica le procedure e istituisce una commissione bicamerale incaricata di redigere le riforme secondo la nuova dottrina; dall’altra il lavoro di riforma della Carta da parte della commissione medesima e del parlamento da approvare poi attraverso quelle nuove procedure (in deroga al 138) previste dalla legge costituzionale di cui sopra. Un percorso tutt’altro che semplice...".

Il governo Letta vorrebbe apportare due modifiche principali, questo a quanto dice il governo stesso. La prima è quella della riduzione dai tre mesi ad un mese o a due (almeno fino a maggio 2013) del tempo fra una votazione e l'altra su riforme e leggi costituzionali di cui parla l'art. 138. La seconda è indire comunque il referendum confermativo delle riforme e delle leggi costituzionali (che ricordiamo sono due cose diverse) anche se nella seconda votazione in tutte e due le camere si è avuta la maggioranza di due terzi degli eletti (dei componenti). Questo mi pare buono.
E lo farà appunto con quella Legge Costituzionale famosa che è il primo passo per apportare modifiche alla Costituzione.
Il fatto interessante è che questa Legge Costituzionale famosa dovrà essere anch'essa sottoposta all'iter dell'art. 138 (io ritengo attuale) e al successivo referendum confermativo se sarà possibile richiederlo (se la maggioranza in entrambe le camere alla seconda votazione è pari ai due terzi non sarà possibile).

Come possiamo vedere è un'architettura complicata (sembra quasi un derivato finanziario) che è difficilmente comprensibile da chi non è esperto di meccanismi istituzionali e politici, che può risolversi in un fallimento assai sonoro per il governo, che è un rischio molto grosso, che cela le reali intenzioni di modifica e di intenti di ciascuna forza politica dello scacchiere parlamentare. Sembra un vero azzardo ed in questo mi viene il paragone ulteriore con l'azzardo dei derivati finanziari. Operazioni al buio, mi viene in mente solo questo.

Ed infatti ecco l'iter delle modifiche che il bravo Cosimo Rossi prevede:

"L’iter delle riforme
Lo start del percorso è fissato entro giugno. Per quella data il governo dovrà presentare il disegno di legge costituzionale che, in sintesi, accorcia i termini della doppia lettura delle leggi costituzionali, istituisce il comitato bicamerale dei 40, fissa il termine di 18 mesi per la conclusione dell’esame dei provvedimenti, stabilisce che il risultato del suo lavoro sia sottoposto a referendum. Tale legge costituzionale dove ottemperare alle procedure previste dall’articolo 138, perciò dovrà essere sottoposto a doppia lettura con intervallo di almeno tre mesi. Ma soprattutto potrà essere sottoposta a referendum popolare se entro tre mesi ne faranno domanda “un quinto dei membri di una Camera o 500mila elettori o 5 consigli regionali”. E non è affatto improbabile che vi sarà, tra le forze politiche e della società civile, chi si proporrà di sottoporre la legge costituzionale a referendum, che si svolgerà nei termini di legge, comunque facendo trascorrere altri mesi. La possibilità di sottoporre a referendum questa legge costituzionale che modifica l’articolo 138 e istituisce il comitato bicamerale dei 40 complica ulteriormente le cose. Il lavoro e la stessa legittimità del comitato, infatti, in questo modo rimangono obbligatoriamente sub iudice del responso referendario. Un referendum che bocci la legge costituzionale fa insomma cadere tutto il castello di carte."

Aggiungo che l'On. Boccia del PD alla domanda di un giornalista del perché andare a cambiare proprio l'art. 138 che è il meccanismo, l'ingranaggio fondamentale per le modifiche della Costituzione risponde perché è il metodo più semplice. (http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/boccia-cambiamo-lart-138-cosi-modifica-della-costituzione-e-piu-facile/240879/ minuto 2:23).

Alcuni rilevano il fatto che il Parlamento è stato eletto con una legge elettorale a detta di tantissimi pessima e che elegge uomini del tutto svincolati dagli elettori. Anche se il PD Boccia giustamente osserva che lui ed almeno 150 eletti del PD più gli eletti del M5S, che hanno avuto primarie online, hanno avuto il battesimo delle primarie, per tanta parte dei parlamentari rimane il dubbio che siano diretta emanazione dei partiti politici (nominati) e rappresentino gli interessi di questi e non degli elettori. Secondo alcune voci questo ne potrebbe fare, ad un'attenta analisi, un parlamento impossibilitato a modificare la nostra Costituzione.

Questa è la mia versione e visione della cosa. Spero che sia stata abbastanza chiara ed esplicativa. Ed invito chi interessato a argomentare con me sulla cosa. Essendo io solo un cittadino (anche io con poca esperienza istituzionale) potrei anche aver scritto delle inesattezze che sono da correggere.

Devo ringraziare Cosimo Rossi del Fatto del suo bell'articolo di cui riporto il link http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/30/riforme-loperazione-chirurgica-di-pd-e-pdl-per-cambiare-piu-facilmente-carta/610401/ che ha supportato con la sua competenza alcune mie ipotesi e che ha scritto qualcosa di chiaro su questi intenti di modifica all'art. 138.

In rete su questi argomenti ho trovato poco e quel poco alquanto nebuloso. Ed invece questo tema è importantissimo per la vita sociale e politica italiana.

giovedì 4 luglio 2013

Petizione!

Noi abbiamo firmato. E voi? https://secure.avaaz.org/it/burma_the_next_rwanda_loc/?cAMmgeb