domenica 13 marzo 2011

Agorà

Cito da un articolo del Messaggero su la "piazza telematica".

Ecco:"C’è un mondo nuovo nel quale, e con il quale, dobbiamo imparare a convivere. Ci sono stati i secoli dell’agorà, la piazza reale dell’antica Grecia e dei tempi successivi; c’è stata la piazza che ascoltava soltanto, quella della radio, splendidamente raccontata ne “Il discorso del re”; c’è stata la piazza televisiva. E’ il tempo della piazza telematica, quella del mondo globale: l’onda verde dei ragazzi del Maghreb travolge regimi d’argilla che sembravano incrollabili e finisce non solo sui piccoli schermi dell’“elettrodomestico”, ma su tutti gli "i-qualcosa" del mondo, su tantissimi telefonini compagni di vita, nelle menti e nei cuori di ciascuno.

L’onda marrone dello tsunami travolge il Giappone del nord e la comunicazione di tutto il mondo: assistiamo in diretta a quel che sta succedendo dall’altra parte della terra, dove è notte quando da noi è giorno. I social network fanno il resto: trasmettono notizie e paure, aiutano e spaventano contemporaneamente.

Se solo pensiamo allo tsunami del 2004 e lo mettiamo a confronto con quello al quale abbiamo appena assistito, se ricordiamo come abbiamo vissuto quello dal punto di vista delle immagini e delle informazioni che pure ci raggiungevano e come abbiamo vissuto questo del 2011, possiamo ben comprendere come in pochi anni “niente sia più come prima”.

Vivere, ragionare, governare secondo i canoni di ieri non è più possibile: le ragazze e i ragazzi lo sanno meglio di tutti. Se vengono tagliati fuori loro, viene tagliato fuori il mondo stesso."


Ecco di nuovo: il richiamo all'Agorà, la piazza greca così importante per la Democrazia, che si allarga comunque come concetto fino a comprendere il mondo nel suo insieme attraverso la fitta rete delle comunicazioni e delle relazioni digitali... non meno reale... superiore a qualsiasi supposizione o aspettativa di Negroponte, una rivoluzione pari a quella industriale che le fa da sfondo...