giovedì 23 maggio 2013

ASSENZA DEL REDDITO DI CITTADINANZA, LA RAGIONE PRINCIPALE

Ci chiedevamo in questi giorni il perché in Italia non fosse stato già introdotto da svariati anni il reddito di cittadinanza o comunque un ammortizzatore sociale che accompagnasse il precario - figura di lavoratore sempre più affermatasi in questi 20 anni - nel suo stato di disoccupazione fra periodi saltuari di occupazione. E per quanto analizzassimo varie situazioni non ne trovavamo una veramente indicativa di questa assenza. Finchè l'altra sera una nostra amica architetta ha iniziato a narrarci la sua storia lavorativa, diversificata e complessa, che qui vi riferirò in parte. Ultimamente - ci ha detto - uno studio di architettura ha risposto ad un suo curriculum, l'ha invitata ad un colloquio e le ha fatto una proposta. In pratica lei per 400 € al mese avrebbe dovuto lavorare senza orari e sempre a disposizione ed una volta a settimana avrebbe anche dovuto pulire tutto lo studio. E lì, sulla via di Damasco, ho avuto la mia folgorazione. Ho detto fermi tutti, ho capito l'arcano. Perché in realtà 2 + 2 fa 4 e tutto è più semplice di ciò che si pensa. Abbiamo riflettuto: ma se lo stato accompagnasse il precario con un reddito di cittadinanza dai 400 ai 600 € (trattamenti economici che il Parlamento sta discutendo), come farebbero i capitalisti grandi e piccoli a sfruttare così fortemente il lavoro? Come farebbero a proporre ad un lavoratore uno stipendiuccio da 400/500 € mensili? Chi andrebbe più a farsi sfruttare per 400/500 €? Le aziende, grandi e piccole, dovrebbero alzare lo stipendio al lavoratore, portarlo come minimo sugli 800/900 stando attente, inoltre, ai diritti del lavoratore e quindi rinunciare ai loro lucrosissimi profitti. Voi capite quanto tutto questo sia inviso ai capitalisti italiani di ogni ordine e grado e con quanta forza essi si battano per non far passare ammortizzatori sociali di questo tipo. Ecco a noi questa sembra la ragione principale per cui lo stato in tutti questi anni non ha avviato l'utilizzo del reddito di cittadinanza (il sussidio di disoccupazione per tutti) come ammortizzatore sociale. Questi potrebbero essere ulteriori effetti positivi: il declino del lavoro nero: perchè poi sarebbe lo stato, tramite gli uffici di collocamento statali, ad avere interesse che il precario non stia a lungo in uno stato di disoccupazione. La re/distribuzione del reddito e la rimessa in circolazione di abbondante contante. L'aumento della produttività aziendale e di beni e di profitti. La ripartenza generale dell'economia. Meditate gente, meditate.

giovedì 16 maggio 2013

La globalizzazione, appunti storici e considerazioni

Vorremmo iniziare qui la lettura di un paragrafo, Nuovi squilibri, nuove fratture, inserito nel brevissimo saggio Il mondo attuale e le sue contraddizioni, nella Storia della Utet, di Massimo L. Salvadori.

Perchè è indicativo della globalizzazione e dei suoi effetti nel mondo contemporaneo. E con poche righe e semplici, spiega tanto del nostro tempo.
Ecco qualche brano del paragrafo:

"L'ondata neoliberistica (quella dagli anni '90 in poi) favorì potentemente l'iniziativa dei titolari del grande capitale finanziario e industriale orientata verso l'utilizzazione delle più favorevoli condizioni di profitto dovunque si presentassero, a partire dai minori costi del lavoro. Essendo questi ultimi assai superiori nei Paesi avanzati, dove i lavoratori godevano di migliori retribuzioni, della protezione sindacale e dei benefici del Welfare State, un numero crescente di imprese venne spostato nei Paesi dove i salari erano molto più bassi, i sindacati inesistenti o impotenti, i diritti sociali ignorati, la mano d'opera, anche infantile, sfruttata intensamente in condizioni spesso disumane."

Fin qui ci sembra tutto fin troppo chiaro, vero?

Continueremo fra qualche giorno