Il problema della rappresentatività politica è fondamentale. Nelle democrazie occidentali, ma non solo, la democrazia si basa sulla rappresentatività. Non è diretta. E quindi il politico, come dice Fromm, uno dei grandi intellettuali del '900, si trova necessariamente (e quasi dogmaticamente) a mediare fra gli interessi di chi lo ha eletto ed i propri.
Se uniamo a questo fattore di base:
1) lo spaventoso flusso di denaro che tramite il finanziamento pubblico arriva ai partiti senza alcun controllo, almeno finora, in entrata, ma soprattutto in uscita;
2) la specializzazione della politica e la diminuzione degli iscritti che dovuta al cambiamento della società assicura di fatto un accentramento di possibilità nel centro dirigenziale dei partiti a svantaggio delle loro istanze periferiche;
3) la poca morigeratezza del politico italiano attuale dovuta da una parte all'appartenenza del politico - di qualsiasi partito - alle classi alte della società delle quali non vuole perdere le abitudini e gli usi lussuosi o cerca di aumentarli e dall'altra, da politici che vengono dalla classi medio-basse e che vedono nella politica così intesa un'occasione per un'ascesa economica e sociale; altri sistemi politici fanno attenzione a queste dinamiche ma noi riteniamo in modo quasi propagandistico e non sostanziale. La sostanza è che il politico appartiene al 95% alla classi alte della società;
vediamo che la crisi della politica rappresentativa è assolutamente devastante, ineludibile e foriera di grandi ulteriori cambiamenti che dovremo saper gestire verso l'obiettivo della Democrazia Diretta.
Se uniamo a questo fattore di base:
1) lo spaventoso flusso di denaro che tramite il finanziamento pubblico arriva ai partiti senza alcun controllo, almeno finora, in entrata, ma soprattutto in uscita;
2) la specializzazione della politica e la diminuzione degli iscritti che dovuta al cambiamento della società assicura di fatto un accentramento di possibilità nel centro dirigenziale dei partiti a svantaggio delle loro istanze periferiche;
3) la poca morigeratezza del politico italiano attuale dovuta da una parte all'appartenenza del politico - di qualsiasi partito - alle classi alte della società delle quali non vuole perdere le abitudini e gli usi lussuosi o cerca di aumentarli e dall'altra, da politici che vengono dalla classi medio-basse e che vedono nella politica così intesa un'occasione per un'ascesa economica e sociale; altri sistemi politici fanno attenzione a queste dinamiche ma noi riteniamo in modo quasi propagandistico e non sostanziale. La sostanza è che il politico appartiene al 95% alla classi alte della società;
vediamo che la crisi della politica rappresentativa è assolutamente devastante, ineludibile e foriera di grandi ulteriori cambiamenti che dovremo saper gestire verso l'obiettivo della Democrazia Diretta.
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